Cypherpunks e ChatGPT: la battaglia per la privacy nell’era dell’intelligenza artificiale

La vera rivoluzione non è nelle armi, ma nel codice” – J. Assange

Nel 2012, Julian Assange – insieme a Jacob Appelbaum, Andy Müller-Maguhn e Jérémie Zimmermann – pubblicava Cypherpunks. La libertà e il futuro di internet (qui trovi in vendita la versione in italiano in formato Kindle), un’opera che, più che offrire soluzioni tecniche, lanciava un grido d’allarme e stimolava una riflessione già considerata urgente: “la privacy è in pericolo e con essa la stessa idea di libertà”. Oggi, a oltre dieci anni di distanza, quel monito risuona con inquietante attualità, soprattutto se letto alla luce delle nuove sfide poste dall’intelligenza artificiale, come dimostra il caso recente che ha coinvolto OpenAI e ChatGPT.

Il cuore di Cypherpunks: privacy come resistenza

Nel contesto delle rivelazioni di WikiLeaks e, poco dopo, di Edward Snowden, Cypherpunks denuncia un ordine digitale sempre più simile a quello orwelliano. Al centro dell’analisi c’è la crittografia: ultimo baluardo a difesa della libertà personale nell’era elettronica. I cypherpunk, eredi della cultura hacker degli anni Ottanta e Novanta, sostengono che proteggere il codice significa proteggere la democrazia.

Il loro messaggio era chiaro: in un mondo dominato dal codice, anche la libertà si difende scrivendolo (e proteggendolo) e “La privacy diviene importante per comunicare e pensare liberamente, oppure serve per una qualunque interazione economica” perché “[…] la libertà di comunicazione in un certo senso, si è espansa tremendamente, infatti, possiamo comunicare con moltissime persone; d’altra parte è tremendamente degradata perché non c’è più privacy, e così le nostre comunicazioni possono essere controllate, e vengono spiate ed archiviate e, come risultato, possono essere usate contro di noi”, ribadendo la centralità del software libero e della cifratura end-to-end.

Tra i principali temi trattati trovi:

  • La neutralità della rete e il suo progressivo smantellamento;
  • L’economia della sorveglianza, con i dati personali come nuovo petrolio del XXI secolo;
  • Il conflitto tra individui, governi e corporation per il controllo dell’informazione;
  • L’importanza di strumenti crittografici come Tor e PGP.

Il tono del libro è diretto, spesso militante, e mette in discussione tanto le istituzioni quanto le grandi aziende tecnologiche. Non propone soluzioni semplici, ma pone domande cruciali: chi controlla il digitale? A quali condizioni possiamo dirci davvero liberi?

Il caso ChatGPT: sorveglianza algoritmica o trasparenza?

Nel 2025, il dibattito sulla privacy digitale è tornato sotto i riflettori dopo una sentenza statunitense che obbliga OpenAI a conservare tutte le conversazioni degli utenti di ChatGPT a tempo indeterminato, incluse quelle già cancellate. L’ordine nasce da una causa del New York Times, che accusa OpenAI e Microsoft di utilizzo non autorizzato di articoli giornalistici per addestrare i propri modelli.

La risposta di OpenAI è stata netta: Sam Altman ha denunciato un pericoloso precedente e ha paragonato le interazioni con l’AI a conversazioni riservate tra medico e paziente. E mentre l’azienda si prepara al ricorso, la questione solleva dubbi fondamentali sulla direzione che sta prendendo la tecnologia.

Questa vicenda non fa che confermare quanto sostenuto in Cypherpunks: la tecnologia, se non regolata da principi etici forti, tende a trasformarsi in strumento di dominio invisibile. I dati che generiamo diventano mezzi di potere nelle mani di chi controlla i modelli algoritmici. E la promessa di trasparenza si scontra con l’opacità dei sistemi stessi.

Il contesto italiano: tutela formale, insicurezza sostanziale

Questa tensione tra trasparenza promessa e controllo effettivo si riflette anche al di fuori degli Stati Uniti, come dimostra il caso italiano.

Mentre nei primi il focus è sulla conservazione dei dati, in Italia il Garante della Privacy ha multato OpenAI per 15 milioni di euro per il trattamento illecito dei dati, la mancanza di trasparenza e l’assenza di una verifica efficace dell’età degli utenti. In risposta, OpenAI ha introdotto strumenti correttivi — come informative più chiare e la possibilità di opporsi all’uso dei propri dati — ma ha anche deciso di fare ricorso contro la sanzione.

Tuttavia, leggere questi interventi come segnale di un’Italia avanzata nei diritti digitali sarebbe ingenuo. Il Paese soffre di gravi carenze strutturali in tema di sicurezza informatica e alfabetizzazione digitale. Le amministrazioni pubbliche sono spesso vulnerabili, i cittadini poco informati, e il divario tra principi giuridici e realtà tecnica è ancora troppo ampio.

Nel quadro tracciato da Cypherpunks, l’Italia rappresenta un caso emblematico di fragilità istituzionale: capace di sanzionare, ma incapace di costruire un sistema tecnologico davvero sicuro ed etico. La libertà digitale resta, anche qui, più dichiarata che garantita.

La libertà digitale: un bene fragile (e simbolico)

Assange scriveva “penso che l’unica difesa contro l’arrivo di una sorveglianza distopica sia quella in cui puoi tu stesso proteggere la tua privacy, perché non vi è nessun interesse a farlo da parte di coloro che intercettano tutto ”. Questa affermazione, oggi, si arricchisce di nuove sfumature: la privacy non è solo un diritto, è anche una condizione per la dignità umana in un mondo dominato da algoritmi che apprendono, prevedono e, in alcuni casi, decidono.

In termini semiotici, l’intelligenza artificiale e la crittografia non sono solo strumenti: sono sistemi di segni, ma anche sintomi che incarnano visioni del mondo. Il modo in cui strutturiamo un algoritmo o scegliamo cosa cifrare comunica un’ideologia, anche senza parole. Dietro ogni architettura tecnologica si nasconde una grammatica del potere: ciò che viene reso visibile, tracciabile, misurabile — e ciò che viene escluso — definisce la realtà più di quanto sembri.

Così, la privacy non è solo una questione tecnica o giuridica, ma un campo simbolico dove si gioca il diritto a non essere ridotti a segno, a non essere continuamente “letti” da macchine che operano in funzione di interessi economici, politici o militari.

L’intelligenza artificiale, come la crittografia, è uno strumento neutro nei suoi principi, ma non nei suoi effetti: è l’uso che se ne fa – e il contesto in cui viene applicata – a determinarne le implicazioni. Ogni atto tecnico è anche un atto morale, anche se non ce ne rendiamo conto. Lo dimostra il fatto che piattaforme come ChatGPT, se non progettate con etica e trasparenza, possono divenire strumenti di raccolta e sfruttamento massivo dei dati, alimentando economie basate sulla sorveglianza.

Un ponte tra due epoche

Cypherpunks ci offriva una visione quasi militante del digitale: un luogo da difendere, non da subire. Il caso ChatGPT dimostra che quella visione non era affatto superata, anzi: è il punto di partenza necessario per affrontare le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale. La battaglia per la privacy non è finita, si è solo trasformata.

Conclusione: quale futuro vogliamo?

Non siamo alla fine di una fase, ma all’inizio di una nuova. La libertà digitale richiede oggi più che mai una nuova coscienza critica sul potere degli algoritmi, sui limiti dell’automazione e sul diritto a non essere profilati, previsti o trattati come dati.

Cypherpunks continua a porre la domanda giusta: quanto siamo disposti a cedere, in nome della comodità, del progresso o della sicurezza? La risposta, oggi come allora, non può che dipendere da noi.

UN LIBRO PER CHI?

Consigliato a:

  • Professionisti della cybersecurity e IT che cercano una riflessione etica sul loro lavoro;
  • Studenti ed appassionati di crittografia, privacy e diritti digitali;
  • Chiunque sia interessato al lato oscuro dell’innovazione tecnologica.

LETTURE CONSIGLIATE

TitoloAutorePerché leggerlo
Permanent Record (titolo italiano: Errore di sistema)Edward SnowdenAutobiografia del whisteblower NSA. Essenziale per capire la sorveglianza globale post-2013
The Age of Surveillance Capitalism
(versione italiana: Il capitalismo della sorveglianza: Il futuro dell’umanità nell’era dei nuovi poteri)
Shoshana ZuboffAnalisi su come i dati personali sono diventati il carburante dell’economia digitale
This Machine Kills Secrets (versione solo inglese)Andy GreenbergStoria dei leak, da Assange a Snowden.
Crypto: How the Code Rebels Beat the Government
(versione italiana fuori catalogo: Crypto. I ribelli del codice in difesa della privacy)
Steven LevyStoria delle “Crypto Wars” negli anni ‘90: il diritto alla crittografia come conquista civile
The Hacker Crackdown in versione digitale si trova gratis si Github
(edizione italiana fuori catalogo: Giro di vite contro gli hacker. Legge e disordine sulla frontiera elettronica)
Bruce SterlingClassico sulla cultura hacker e le sue battaglie per la libertà digitale

STRUMENTI UTILI PER LA PRIVACY

Tecnologie concrete per difendere la propria libertà digitale

StrumentoCos’èPerché è utile
Tor BrowserBrowser basato su Firefox con routing OnionNavigazione anonima e anti-tracciamento ideale per proteggere identità e posizione
DuckDuckGo o StartpageRicerche e loginDue soluzioni alternative e antitracciamento rispetto alla ricerca Google.
Signal o ThreemaApp di messaggistica cifrata end-to-endOpen source. Nessuna raccolta di metadati.
Tails OSSistema operativo live amnesicoSi avvia da USB non lascia tracce. Ideale per uso sicuro su PC non fidati.
Protonmail/Proton DriveEmail e clod cifratiCrittografia lato client, zero accesso ai contenuti da parte del provider.
KeePassXCGestore di password open sourceSicuro, offline, compatibile con molti sistemi. Alternativa libera ai gestori cloud.
Matrix/ElementChat decentralizzata con crittografiaAlternativa a Slack o Discord, orientata alla privacy ed alla sicurezza

QUIZ: QUANTO SEI CYPHERPUNK?

Scopri se sei un vero difensore della libertà digitale… o solo uno che ha messo lo scoth sulla webcam 😉

  1. Quando invii un’e-mail sensibile, cosa usi?
    A) Gmail normale, tanto chi vuoi che legga
    B) PGP su Protonmail
    C) Una chiavetta USB, stampata e bruciata
  2. Usi Signal o WhatsApp?
    A) WhatsApp, è più comodo
    B) Signal, ovviamente
    C) Solo segnali di fumo criptati
  3. La tua passowrd tipo è:
    A) ciao123 o la data di compleanno di mia mamma
    B) Generata da un gestore sicuro
    C) Memorizzata in 12 lingue morte diverse
  4. Quando senti “Chat Control” pensi:
    A) Serve a proteggere i bambini, giusto?
    B) Preoccupante, la crittografia è sotto attacco
    C) Il panopticon è già realtà

Risultati:

  • 0-2 risposte B/C → Cypher-cosa?
    Hai ancora un po’ di strada da fare, ma sei nel posto giusto per iniziare.
  • 3 risposte B/C →Cypher-curioso
    Sai come funziona il gioco. Ora è tempo di scegliere: passivo o attivo?
  • 4 risposte B/C → Cyperpunk inside
    Probabilmente hai già letto il libro… due volte. E il tuo router usa OpenWRT.

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