LIMBONormalmente metto on-line un articolo alla settimana ma per Limbo mi tocca fare un’eccezione! Su Steam, piattaforma di cui avevamo già parlato qui, hanno messo questo videogioco bidimensionale, che tra l’altro è tra i miei preferiti degli ultimi anni, scaricabile e giocabile gratuitamente per tutti (qui il link della pagina): scaricatelo subito perché l’offerta dura solamente per la giornata odierna!

Così, ho deciso di parlarvene brevemente: giocabile su varie piattaforme (Xbox 360, PS3, Linux, Windows, OSX, iOS, PS Vita, Xbox One, PS4 e Android) è stato sviluppato nel 2010 da Playdead, una compagnia indipendente di Copenhagen che da poco ha creato un nuovo titolo, “Inside”, sulle orme del precedente di cui stiamo parlando in questa sede.

L’unica cosa che sappiamo quando iniziamo a giocare è che il protagonista, da noi controllato, è un bambino in Limbo alla ricerca disperata della sorella: per sapere come andare avanti dovremo capire da soli come farlo (in tal senso questo videogame viene visto come appartenente al genere puzzle-platform). Il videogioco, minimale, completamente in bianco e nero ed è ricco di dark humor: i programmatori, infatti, hanno calcolato varie possibilità per il giocatore di interagire con gli oggetti messi in giro a sua disposizione e vari modi assurdi per far morire il bimbo. Così, quando ci mettiamo davanti allo schermo a giocare con Limbo, in questa atmosfera mistery-horror (non sappiamo chi sono i nostri nemici, non sappiamo perché ce l’hanno con noi; udiamo i passi del bimbo, il suo respiro affannato mentre corre, i rumori attorno a lui, le ombre che osserviamo aiutano a creare questo background), per godercelo al meglio dovremo avere un umore, diciamo, leggero e sorridere a questi imprevisti alquanto inaspettati che, da un altro punto di vista, si presenterebbero come fin troppo violenti e brutali. Non andrò oltre facendo esempi perché, semplicemente, se non l’avete giocato è un peccato leggere spoilers.

Molti hanno tentato di interpretare questo videogioco, forse in altra sede, chissà, potrei divertirmici anch’io ma, personalmente, il consiglio che dò a chiunque voglia dedicarsi a Limbo è quello di giocarlo senza farsi troppi trip mentali: godevelo, arrabbiatevi perché continuate a morire, sorridete agli strani modi che dovrete inventarvi per poter progredire e lasciatevi prendere dall’atmosfera horror, magari, giocando anche al buio! Solo così potrete dire di esservi davvero goduti un videogioco fino in fondo!

 

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